EURYDICE 2016: DECOLLANO I SALARI IN TUTTA EUROPA. SOLO L’ITALIA RESTA AL PALO.

UIL Scuola Firenze

Pino Turi: dare risorse e strumenti alla scuola- ci aspettiamo che il dialogo riavviato porti a risultati certi in termini di modifiche della legge 107 e al rinnovo del contratto.


Unici in Europa. E’ rimasta solo la scuola italiana ad avere insegnanti con stipendi ancora fermi. Di salari ‘frozen’, congelati , parla il rapporto Euryudice sulle retribuzioni del personale della scuola in Europa, che analizza i dati relativi al 2015-2016.

Il quadro di riferimento analizzato dal rapporto mostra un aumento del livello delle retribuzioni in 24 paesi, un livello stabile in 16 nazioni. Il fermo assoluto in Italia.
[i dati nel link]

Gli incrementi più significativi sono quelli che riguardano la Germania dove è stata recuperata l’inflazione e dunque riportati gli stipendi al loro pieno potere d’acquisto. Con un patto per i salari, nel 2015 in Danimarca, sono stati aumentati gli stipendi della scuola e dei lavoratori pubblici. In Spagna, la legge di bilancio del 2016 ha innalzato le retribuzioni dell’1%. In Irlanda l’aumento è stato del 2,5%. In Portogallo sono stati recuperati i tagli operati nel 2014.

Il rinnovo del contratto di lavoro per il personale della scuola appare quanto mai urgente - mette in chiaro Pino Turi. Ci aspettiamo un contratto vero. Non un contratto per adesione, né tantomeno un contratto ponte.

La riunione di ieri sera tra sindacati e ministero, dà continuità agli impegni presi con il ministro.
Il prossimo incontro è fissato per il 2 novembre per discutere di organici, mobilità, individuazione per competenze (bilancio e prospettive), prospettive del rinnovo del contratto.

Positivo che si sia parlato di adeguamento dell’organico di diritto e di fatto per 25 mila posti che consentiranno stabilità e possibilità di trasferimenti ulteriori. L’introduzione degli assistenti tecnici nel primo ciclo di istruzione e un piano di assunzioni per il personale Ata – spiega Turi – sono da valutare positivamente.

Quel che proprio lascia dubbi e perplessità è la rimodulazione finanziaria per l’attivazione delle nove deleghe della legge 107; questo perché – chiarisce Turi – vanno prima discusse, confrontate ed introdotte le modifiche alla legge, solo dopo si può affrontare e di conseguenza rimodularle e renderle coerenti con le deleghe aperte.

A questo proposito – aggiunge Turi – non può che essere la sede contrattuale quella destinata a risolvere le rigidità e gli errori della legge. Ci aspettiamo nella legge Finanziaria risorse adeguate che – mette in chiaro Turi – non possono essere quelle annunciate in questi giorni. Metà dei lavoratori pubblici è nel comparto della scuola, università e ricerca.

Il dato europeo ci mostra impietoso che persino la Grecia ha ricominciato ad aumentare gli stipendi del personale. La scuola italiana non può vivere in questa contraddizione: sarebbe il caso di far ripartire gli aumenti di stipendi anche da noi.

Data
12-10-2016
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